venerdì 1 febbraio 2013

Finalmente a casa

Scrivevo l'ultimo mio post su questo blog il 18 gennaio, il 19 iniziava un'avventura inaspettata che mi ha fatto riconsiderare tante cose ormai date per assodate in questa gravidanza.

Dalla notte del 18 inizio a non stare bene, ho forti dolori alla schiena che non se ne vanno in nessuna posizione, non chiudo occhio e fatico a rilassarmi. Il 19 continua la stessa cosa, sono a casa da sola tutto il giorno, cerco di rilassarmi sul divano, guardo la TV, cerco di dormire ma la situazione non cambia.
Finalmente dopo svariati tentativi riesco a mettermi in contatto con la ginecologa del centro gemellari che mi segue (hanno un numero di reperibilità 24\24 ore ma ci metto 3 ore e diverse telefonate prima che risponda qualcuno...forse era un segno...).

Mi dice di andare in pronto soccorso.
Così partiamo alle 2030...50km con mio marito che è sveglio dalle 6 del mattino e ha già guidato per 300km e lavorato 12 ore. 

In pronto soccorso mi visitano subito, accedo con minaccia di parto prematuro..sono a 33+5. 
Mi mandano a fare un tracciato (CTG): dopo circa un'ora che sono ad attendere in uno stanzino finalmente arriva un'ostetrica e mi lega due elastici intorno alla pancia, mi riempie di gel e mette un sensore che rileva le contrazioni e altri due per i battiti dei cuoricini. E' la prima volta che li sento. Sto li attacata almeno 40 minuti, la mia vicina di sedia non può fare il tracciato e deve aspettare che finisco io perché non ci sono altri apparecchi funzionanti...

Mi visita di nuovo una ginecologa, e da qui l'inaspettata risposta: mi tengono in osservazione per la notte.

Non ho portato nulla con me, è la prima volta nella mia vita che passo una notte in ospedale, è l'1 di notte e mandano a casa mio marito dicendogli di tornare il giorno dopo alle 10. 

Mi ritrovo di nuovo a fare un altro tracciato con un'altra ostetrica, una flebo di buscopan attaccata e quando mi viene mostrato il mio letto sono ancora incredula e non mi sento nemmeno male. Mi mettono in mano le provette per gli esami urine da riempire immediatamente con l'ostestrica che aspetta fuori dalla porta del bagno.. e io con la mia flebo nel braccio destro a cui ancora dovrò abituarmi in un bagno dove entro a malapena.

Dopo due ore i dolori aumentano, altro tracciato, altra visita, il buscopan non basta più..rischio di iniziare il travaglio...allora si passa al tractocile, farmaco potente e di cui si possono fare solo 4 flebo per 48 ore.
Dopo sarà il destino a decidere. Per fortuna le contrazioni forti finiscono. 

Inizia così la mia nuova avventura che proseguirà fino a lunedì 28, giorno in cui stanca e e demoralizzata e con la prospettiva di rimanere almento altre due settimane in ospedale attacata ad una flebo di buscopan decido di firmare per uscire dall'ospedale e ripensare tutti i programmi per le prossime settimane e per il parto.

Non avevo idea fosse così difficile stare in ospedale, per fortuna non mi era mai capitato, ma nonostante la reputazione di cui gode questo ospedale (Sant'Anna di Torino) non ho trovato nessun motivo per restarci.
In 10 giorni non ho mai fatto un'ecografia di controllo per vedere se i bimbi sono cresciuti o per valutare la lunghezza del collo dell'utero (che si era accorciato a causa delle contrazioni).

Questa esperienza mi ha lasciato in regalo una bella ipersensibilità al gel che mettono sulla pancia: oltre al rossore e alle bolle mi sento come se ogni volta avessi fatto il bagno in un nido di pulci.

Ho deciso che quello che cerco nell'ospedale dove partorirò i miei figli è:
- pulizia (ho dovuto chiedere 3 volte che mi venissero cambiate le lenzuola, la doccia in comune a 25 pazienti aveva il seggiolino per sedersi viscido e sporco)
- rispetto degli orari di visita (ero in una stanza da 3 persone più una barella usata in caso di mancanza di posti letto e ho dovuto sopportare parenti in visita alle compagne di stanza ad ogni ora del giorno dalle 8 del mattino a mezzanotte, anche in massa)
- bagno in cui è possibile entrare anche con la flebo (ci entravo solo con difficoltà e diverse manovre)
- bimbi al nido durante l'orario di visita dei parenti, per non avere affollamenti intorno al letto e alla culla!
- dialogo con i medici professionale e serio (mi è stato risposto che visto che non avevo altri figli a casa, potevo benissimo rimanere ricoverata) 

Ho cambiato ospedale, scelto il più vicino a casa, piccolo, con il reparto appena ristrutturato con poche stanze tutte a 2 posti letto con bagno in camera, con la possibilità di avere una persona fissa 24\24 ore in camera per l'assistenza, senza TIN ma solo con la terpia sub-intensiva (anche se spero che i miei bimbi non ne avranno bisogno) e programmato il cesareo per il 19 febbraio, a 38+1 (se ci arrivo..). Tra l'altro avrò la grande fortuna che il papà potrà entrare in sala operatoria..lavorando in questo stesso ospedale. Penso che solo per questo ne varrà la pena.

Ora sono a casa da tre giorni, mi hanno detto che appena tolta la flebo avrei partorito, invece non ho nemmeno dovuto prendere il buscopan per bocca :) si vede che lo stare a casa funziona molto meglio di tanti farmaci.

Aspettiamo.






5 commenti:

  1. Bentornata a casa, e cerca di dormire più che puoi visto che manca poco all' arrivo dei piccoli.
    Mi spiace per la disavventura, ma almeno è servita per farti scegliere il posto migliore per far nascere i tuoi bimbi.
    un abbraccio

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    1. grazie! sicuramente almeno ora sono serena e so che quando arriverà il momento avrò la migliore assitenza possibile, anche dal punto di vista umano!

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  2. Ciao posso chiederti dove partorirai?? tanto per capire se e' Borgomanero???

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  3. Ciao ti ho conosciuto da qualche ora e' sto leggendo i tuoi post, belli e molto sinceri! In bocca al lupo x il 19 febbraio, facci sapere!

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